Babylon Federation - Marco Bolognesi



AUTORE: Dehò Valerio (curatore)

ISBN: 9788867260515

PREZZO: €30,00

Dimensioni: 22x26,5 cm
Pagine: 136
Illustrazioni: SI
Anno: 2014
Lingua: italiano e inglese


Le metamorfosi del corpo non sono più sintetizzate nell’essenza im/mutante dell’uniforme. Marco Bolognesi attinge direttamente dall’immaginario corporale l’essenza del gusto erotico soffocato dai lacci, dal cuoio, da un campionario fetish amplificato da cartuccere e armi varie, medaglie variopinte e altri ammennicoli guerreschi del genere. Ci sta dicendo che queste graziose ragazze non hanno sbagliato passerella, ma sono vestite per andare ad una guerra, la guerra permanente della Babylon Federation.

Naturalmente il piano in cui ci muoviamo è quello di un estetica tra il glamour e il cyberpunk, tra l’erotismo e la parodia.

Organizzate in corpi militari, con nomi tipo ROYAL MANTICORE, INTERSTELLAR UNITS, STARK SPECIAL CORPS queste donne danno al termine “uniforme” un senso particolare, ben diverso da quello che conosciamo.

Restano all’interno di una simbolicità esplosiva in cui un cappello, una mostrina sono sufficienti a evocare un mondo, delle sensazioni forti, dei ricorsi. Hanno qualcosa che ricorda il gioco erotico vittima e/o carnefice di film come “Il portiere di notte” (Liliana Cavani, 1974) o di “Salon Kitty” (Tinto Brass, 1975), in cui le donne con l’uniforme sprigionano l’erotismo e la perversione che ci sono dietro ad ogni atto di guerra e di violenza.  Questi elementi di un universo femminile che non  rinuncia al reggicalze nemmeno prima di un assalto devastante con il kalashnikov in mano,  non vuole essere realistico, non ci prova nemmeno. Le combattenti appartengono ad una storia altra, ad una saga che Bolognesi sta costruendo tassello su tassello in un proprio BOMAR UNIVERSE,  che sta diventando affollato e vissuto di creature affascinanti e pericolose e che fa parte della tradizione delle femmes fatal almeno dai tempi di Giuditta e di Salomé fino alle Lara Croft dei  nostri giorni.

Intanto nessun corpo nudo (o quasi) può essere uniformato realmente e completamente. Troppe le differenze, troppe le individualità, troppi i tipi di pelle che sono sempre in numero maggiore di tutti i tessuti militari possibili. Il colore, i piccoli difetti, le mille particolarità e imperfezioni del corpo che lo rendono unico, non sono mai nascosti dal vestito per uccidere, da quell’uniforme che rende tutti uguali:  piccole pedine di un universo organizzato soltanto allo scopo di aggredire, conquistare, annientare il nemico. 

 

Valerio Dehò